venerdì, marzo 24, 2006

Il primo della classe


Altro che Bielorussia. A pochi mesi dal traguardo elettorale, il sindaco Sergio Chiampaghigo corre gli ultimi metri della maratona per Palazzo Civico con l'oro già appuntato al petto. Gli avversari? Polverizzati al primo scatto ora agonizzano ai blocchi di partenza. Il Lukashenko della Mole vola verso la vittoria impegnato in dribbling leziosi e solitari. Attorno a lui solo un tribudio di consensi che fa spuntare dalla urne di maggio i fiori del plebiscito popolare. Nella Cdl regna il silenzio degli innocenti. E non si trova neppure un agnello sacrificale da mandare al massacro per l'appuntamento delle ammnistrative. I berlusconi boys con i gianduiotti nel taschino le hanno tentate tutte. Ma ovunque la strada appare sbarrata a doppia mandata. Prima con l'ipotesi di affidare la candidatura al truce esponente di An Ghiglia, poi a Ernesto Olivero, il patron del Sermig. Tutti inviti presto declinati con falsa cortesia. Oggi torna in auge la sfidante. Un' investitura rivolta al gentil sesso, con l'unico obiettivo di calmare i bollenti spiriti del partito delle quote rosa. Tanto la sconfitta è assicurata. Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la mecenate chic, una e trina, che spaccia croste d'arte contemporanea su e giù per il Piemonte; Maria Teresa Armosino, sottosegretario a qualche ministero e Alessandra Ferrero di Forza Italia sono le fanciulle papabili per il jogging di primavera. Nessuna chance di piazzarsi davanti a Lui, l'uomo solo al comando che delle notti bianche ha fatto un credo. Già dai tempi della scorsa estate quando ha disdetto lettino, ombrello e sedia a sdraio ai Bagni "Fiorenzo" sul bel Sangone, rispondendo stoicamente ai brontolii della piazza e del cuore. Non ha chiuso occhio, Chiampaghigo, per seguire passo dopo passo il delicato passaggio di consegne della proprietà del Toro: da Cimminelli fino al tormentato arrivo di Urbano Cairo, quel tipo che sforna milioni di copie di giornali per signore. Non pago ha sfilato quattrini dal portafogli di Aem Torino, operazione ripetuto mesi più tardi per coprire il buco del Toroc, per dare uno sponsor alla dolce amata squadra del Filadelfia. E oggi nell'euforia olimpica il primo della classe ordina ai compagni torinesi di far festa all night long pure sotto casa sua, nella martoriata dalle gru piazza Vittorio. Torino la rossa non deluderà: crede nel rilancio della città grazie a Tav e CioccolaTò, nella serie A dei granata, nel maresciallo di quartiere. Più che un'elezione sarà un referendum: vuoi tu Chiampaghigo sindaco, oppure, ti va se Chiampaghigo fa il Bis? L'alternanza nel capoluogo non è un dovere, né un'opzione e tantomeno un valore democratico. Nell'accampamento sabaudo serve un generale, buono o cattivo che sia, l'importante è che non si muova dal suo scranno.

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