Lacrime a fiocchi
Stagione sciistica 2005/2006: Torino va in bianco. A mettere i sassolini nelle scarpe, lo zucchero nella minestra e sputarci i coriandoli in bocca, non potevano che essere gli odiatissimi meneghini. Eccallà, outra vez. Manco il tempo di calare il sipario dell'esperienza olimpica torinese sulle pallide note di Patti Smith, che la Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Federalberghi, sforna i risultati di un'indagine sul turismo sulla neve tutt'altro che lusinghieri per le montagne piemontarde. In Italia il giro d'affari complessivo è in crescita (4,5 miliardi), 2 milioni e mezzo di italiani sono sfrecciati sulle piste per una bella settimana bianca (Lapo è escluso dal conto perché negli Usa) e ben 3,3 milioni a spassarsela almeno per un week end. Sì, ma dove? In basa allo studio il Trentino Alto Adige resta la regione leader con il 45% delle presenze, seguito dalla Valle d'Aosta e dall'Abruzzo con l'11% e Lombardia e Veneto con il 4%. Fanalino di coda il Piemonte (a breve la Sardegna ci sorpasserà) che precipita al 3% , un bel capitombolo rispetto all'8,7% del 2005. L'effetto olimpico più che un volano assomiglia a un boomerang sulla testa di Chiampaghigo, sindaco uscente e cadidato sfidante alle prossime gare comunali che si svolgeranno in quel di maggio all'Oval e che avranno come premio l'uso indiscriminato di targhe alterne su tutto il territorio. Se ovunque aumentano i vacanzieri mordi e fuggi, dal Piemonte si scappa con gli sci ai piedi. Tanto c'è il trampolino per spiccare il volo più in fretta. Pure chi ha un'immobile a Bardonecchia tenta di venderlo, ma invano. Secondo un rapporto Tecnocasa le compravendite sulle zone olimpiche sono crollate del 16%, mentre i prezzi si sgonfiano paciosi. Inutile aggiungere che la vocazione turistica di Torino e provincia non viene scalfita da questi numeri antipatici. Noi c'abbiamo già le notti bianche.
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