Il cielo è sempre più glu
Torino deve la sua (pallida) notorietà a due marchi. A Fiat per la cattiva reputazione delle sue auto: Fix it again Tommy, come sbrodolano ancora gli inglesi. E alla Juventus, la corazzata del pallone fondata sotto la Mole due anni prima del Lingotto, nel 1897, per portare il soccer della perfida Albione sulle rive del Po. Negli trenta, quando il Toro era il grande Toro, gli Agnelli si appuntano sul petto lo scudetto bianconero. Dall'unione nasce una sfilza interminabile di successi e di campioni che gonfiano le reti di emozioni. E' il riscatto sul rettangolo da gioco dell'Italia del boom economico, l'amore a prima vista dei baffi neri che scalano l'Italia per sgobbare a Mirafiori. Anni sulla breccia: una battuta dell'avvocato smonta i governi, la Juve compra i calciatori migliori, i più eleganti. Ora la festa è finita. La Signora scivola in B sotto ghiaccio (a meno 30?) per provare a lavarsi mani e piedi sporchi. Fiat vorrebber risolvere l'impiccio "alla Lapo", magari pulendo l'onta con l'esilio-strofinaccio di New York. Ma col calcio non vale. Non si può. E allora via libera alla cessione della squadra, sempre che qualcuno sborsi milioni per un simbolo ingiallito. Chissà, la Juventus a Palermo non sarebbe poi male. I granata gongolano, i bianconeri tacciono e non tifosi non capiscono. O meglio si rifiutano di capire. I motori della Torino che fu si spengono per sempre. Il destino della città si slega al mondo dell'auto bianconera: Mirafiori è mezza chiusa, Platini e Sivori sono solo vecchi ricordi. E per il futuro ci si affida all'abbraccio del gianduiotto olimpico, il volano che porterà lontano.
3 Comments:
non è che sei juventino, percasoeh?
si può vivere (e ben) anche senza la juventus.
E poì meglio la grande punto delle ciofeche targate citroen.
In realtà fiat è Fix it again Tony, poichè Tony era un nome tipicamente italo-americano.
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