venerdì, gennaio 13, 2006

La banda del buco


Giochi pericolosi sotto la Mole. I furbetti della precollina, quelli che han messo le mani nei cinque cerchi olimpici tirandone fuori 1,2 miliardi per spesucce varie, rischiano di finire con gli anelli ben stretti ai polsi. Prima, con la voragine che si è aperta sui conti della fondazione privata, è spuntata l'ipotesi di commissariamento del comitato organizzatore (Toroc), poi è venuto il turno dei cazzutissimi ringhio della Guardia di Finanza. Giusto per gettare un'occhiata nella miriade di consulenze elargite - con parsimonia tutt'altro che piemontese - a destra e manca. Per il buon esito dei giochi, ça va sans dire. Tanto che - malgrado gratta e vinci, spalmadebiti, lecca culi, ipoteche sugli immobili e arbitraggi spericolati su valuta estera per fare cassa - alla fine della fiera l'approvazione del bilancio preventivo del Toroc (un colabrodo, pare) è slittata ancora di una settimana. Una pezza di qua, un rattoppo in giù, e un litro di saliva per incollare il tutto. "Chessifà pe' campà", lo diceva pure la Christellona, la donna delle nevi sbrinata pochi giorni fa in corso Traiano gonna al vento e un quintale di cipria sul volto. Cose che capitano. Assurto in cielo Gianni, l'avvocato gamba di legno, le mascalzonate piemontarde hanno perso l'aplomb di una volta per diventare marachellate di un Pierino o un Lino Banfi qualunque. Tant pis, direbbe un amico che ha studiato le lingue ma poi è diventato campione di wrestling nudista, Torino è più bella che mai. Il capoluogo ha un sacco di pala-ghiacci in più, da utilizzare per impedire la fuga dei migliori cervelli locali ibernandoli fino all'anno del Signore 35000, meravigliose fontane di grigio e fango come quella di via Ventimiglia, e la rinnovata piazza D'Armi, una chicca di urbanistica che richiamerà tutti i ragazzi dello Zoo di Berlino a farsi una pera. Anzi un bel buco, in omaggio al bilancio delle Olimpiadi 2006.

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