giovedì, dicembre 15, 2005

Lapo a stelle e strisce


"Boia chi molla". Il comitato Torna a casa Lapo ha trovato sotto l'albero di Natale un regalo inatteso quanto gradito. Il giovin rampollo è ricomparso in libertà condizionata in quel di New York imbattendosi in una giornalaia di Vanity Fair in borghese. Questa volta niente ambulanze, trans, coca, gin e flash della stampa impicciona. Ma un accogliente ristorantino modaiolo al Village, il quartierino radical-choc che ricorda tanto l'Europa, un po' Parigi e anche un po' Torino (perché la Mole assomiglia a tutte le metropoli fiche, almeno così si leggiucchia in giro), anche se non può esibire un McDonald coi contro-mazzi manco a piangere in cinefilo. Lapolino che è di bocca larga e buona non ha lesinato frecciatine a destra e manca. E ha riferito alla cronista glamour: "Io non mollo mai. Ogni tanto fo una capatina in Arizona per disintossicarmi. Ma voglio tornare al più presto in Italia, al mio lavoro". Proprio come il comitato costituito dagli amici di Torino in Mutande chiede da tempo. E poi Lapislazzuli ha aggiunto, togliendosi un macigno dalla ciabatta: "Non mi vanno giù le bugie che sono state scritte sul mio conto, e soprattutto sulle circostanze e sulle persone che mi hanno soccorso. Ma va bene così, la gente pensi quello che vuole, l'importante è che sappia io come sono andate veramente le cose". Lui lo sa, lo sappiamo noi, che i gianduiotti si sciolgano d'invidia e rancore. Lapo si faceva leggere le mani da Patricia. Altro che reggicalze e coca-orge. Infine Lapoluzzo ha preso le distanza da Martina Stella: "Di donne in giro ce ne sono milioni". Bravo Lapo, meglio tardi che mai. L'unica questione che ci arroventa la capocchia e ci fa drizzare i capelli finoa tarda notte è la seguente: "Perché regalare queste perle di stronzate a Vanity Fair, invece che confidarti con i vecchi amici di Turin in mutande?". Attendiamo risposta, intanto, caro Lapo canaglia, ti vada di traverso il tè verde che ciucci a Manhattan.

mercoledì, dicembre 07, 2005

Botte da orbace e democrazia alla valsughina


A Torino non ci si annoia mai. Qui il divertimento è sempre di casa. Tanto che han chiamato pure la celere da Bologna e Firenze per farsi due risate. Una buta d' vin, quattro ciance attorno al fuoco e giù a manganellate in faccia. Una bella spruzzata di allegria sotto il cielo corvino. Anche a meno 8 gradi il buon umore turineis non lo si perde mai. Neppure all'alba, dopo una nottata di bisbocce a giocar a guardie e ladri. I valsughini freschi e pesti come conigli a cui han provato a tirare il collo, si sono affrettati a bloccare strade, ponti, cantieri, frane e ogni via d' accesso alla Francia. "Avete ammazzato la democrazia e allora facciamo quel che cazzo ci pare", sembrano dire le vecchiette anarco-piemontesi, che coi rami secchi ostacolano la marcia dei Tir puzzoni. Il tutto a due passi dalle Olimpiadi 2006. Soldi e sangue: la pubblicità planetaria è assicurata. Manca il sesso, ma non si può avere tutto. Perfino i marziani verranno a godersi lo spettacolo. Qualcuno scenderà addirittura da Plutone, se è vero quel che dice l'Agnoletto ferito nell'orgoglio e nel ginocchio sinistro: "Giù le mani dalla Valle, o niente Olimpiadi". Democrazia si diceva, quell'astruso concetto che più o meno sta a significare che il popolo, o meglio la maggioranza, governa e prende decisioni nel corso di un determinato periodo, definito anche come legislatura. E in fondo Agnoletto non è l'idiota che sembra a prima vista, e non solo a miopi e daltonici. Mandare all'aria i Giochi 2006 darebbe una visibilità pazzesca a tutta la provincia, che manco Lapo col suo trans trans. Allora per una volta ascoltiamo il parlamentare no global un po' comunista, un po' no ma comunque indipendente. Incellofaniamo Torino e dintorni, occupiamo le Porte Palatine e isoliamo ogni buco di culo piemontese. Altro che alta velocità. Tutti fermi, statue di sale, filosofi della modernità, rompiamo le catene della banalità quotidiana e ricordiamoci che si stava meglio quando c'era Saddam. Ancora una volta è colpa degli americani. Avranno anche un business plan per invaderci?

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