venerdì, aprile 28, 2006

Un amaro, per favore


Ghirlande e dehors, amache in piazza grande, il ghiaccio affonda nel cassis e la radio canta un hit dei Bubbonica. Sotto i luccicanti gazebo della Torino da bere, la chiacchera primaverile è servita. "La città è bellissima, ma la gente è ancora tanto chiusa". Già. "Entrare nel giro di una compagnia è una mission impossible". In effetti. "Conta più il pedigree che il carattere. Le combricole giuste si sono formate durante le scuole medie. Saldate al liceo e giurate eterna fedeltà all'Università". Sì. "Così anche il lavoro. Se non conosci qualcuno non vai da nessuna parte". Vero. "E poi sono sempre i soliti quattro a comandare". Beh, così è. Vecchi adagi che saltellano tra i tavolini modaioli parcheggiati in mezzo alle strade. Le festa giù in città è cominiciata. Grilli e cicale ridacchiano. Il dibattito è aperto. E io mi barrico in casa.

mercoledì, aprile 26, 2006

Lapo Pride

Si scioglie tra le lacrime il comitato "Torna a casa Lapo". Dopo lunghi mesi di battaglie e di crisi isteriche collettive, l'ente no profit promosso da Torino in Mutande getta la spugna, si fa da parte. L'obiettivo è centrato, ma le motivazioni sono venute meno. Bello e pimpante Lapolino è stato avvistato a Portofino. "Guarda che luna, guarda che mare", fischiettava beato, scortato da due biondazze da importazione. Attraversato indenne il ponte del 25 aprile, Lapoleone è finito pure nel mirino dei fotografi in quel di Asolo, boccaccesca cittadina del Nord Est. Una cena a lume di flash in compagnia della stella Tv super sexy Magda Gomez e della cricca di Roberto Rosso, quello che ha messo il Diesel nei jeans. Rispunta così, come un galeotto a cui è stata concessa la libertà vigilata, il giovane rampollo della corte Agnelli. Una scodinzolata di soppiatto nel cuore Vip del Nord Ovest e un duetto a tette ferme dall'altro capo dell'Italia che produce. Non sarà diverso il rientro al Lingotto. Niente penitenze, nessuna spiegazione e tantomeno una buona dose di trasgressione. Basta avere al fianco il sogno onanistico di milioni telespettatori per rimettere le cose a posto. Un suggerimento che forse vale per tutti. Il vizietto della coca è stato insabbiato con la promessa di aprire un centro per tossicodipendenti a New York. Ma mica per lui. Lapolino non ne ha bisogno. Nel pieno del nostro sconforto, non ci resta che augurarci almeno una comparsata in guepiere al Gay Pride di Torino o un'improbabile dichiarazione d'amore per Osama Bin Laden.

martedì, aprile 25, 2006

Torino capitale delle galassie unite


La Mole torna in orbita al centro dell'universo, illumina d'immenso tutto il creato e sbianca d'invidia i bauscia milanesi. Dopo lo straripante successo delle Megaolimpiadi galattiche, Torino sale ancora una volta in cattedra. Tutti i pianeti conosciuti - ma anche quelli ancora da esplorare - ci guardano, ci spiano, ci copiano e si leccano le dita di piacere voyeuristico. A sintonizzare le antenne dei marziani sulla città immortale c'è un evento catalizzatore di passioni sfrenate: Torino capitale mondiale del libro con Roma. Un appuntamento di richiamo stratosferico che ha portato sul palco del Palaisosaki -l'avveniristica struttura costruita con l'ipnosi dal celebre architetto torinese Gianduia Isozaki - le più scintillanti stelle dell'arte e della musica internazionale. Hanno aperto le danze, per l'originale serata "Volumi all'idrogeno", celebrità provenienti da ogni parte delle galassie unite. Da Plutone è arrivato lo scrittore Tv Igor Baricco, da Giove le comete Subsonica e da Andromeda i Linea 77. Tutti artisti di fama universale ma che vantano più di un cugino in terra piemontese. A scatenare i pianti di pubblica lussuria delle ragazzine ci sono volute le note strappamutande dei Gatto Ciliegia, le vere star di Torino capitale delle galassie unite della lettura. Immancabile la presenza /assenza dell'ubiquo Culicchia. Poi è esploso in una pernacchia pirotecnica Madasky, il pifferaio magico degli Africa United che non sa leggere uno spartito ma scrive tonnellate di cartoline musicali ai suoi amici Qui, Quo e Qua. Torino grigia fabbrichetta addio. A colpi di concerti ska in Piazza Castello, cultura slow cost e musei egizi, il capoluogo riscopre gli antichi fulgori. Alla faccia dei milanesi, tanto per sintetizzare il pensiero unico della busiarda galattica. E ora chi ci ferma più?

mercoledì, aprile 12, 2006

Avanti Silvio!


Ciao Ciao Savoia, addio Bresso. Sui vecchi monarchi il Piemonte ci ha messo una croce sopra. Una bella X in caratteri cubitali ora incisa sulla fronte dell'unto dal Signore, il Cavaliere Silvio Berlusconi che ha fatto man bassa di preferenze alle ultime tormentate elezionali legislative. A meno di un anno dalla vittoria risicata di Lady Mercedes su Sir Ghigo, la regione più pallida del creato svolta a destra puntando le antenne su Arcore. Niente di nuovo sotto il cielo, affermano compunti gli espertoni. Le mura di Torino rimangono rosse, ma nelle campagne l'amore è colorato d'azzurro. Il boomerang olimpico si è schiantato sui denti gialli di Chiampaghigo e dei cugini di Palazzo Lascaris. Succede. Capita anche ai migliori. Ma forse gonfiare il petto prima di vedere capitolato e in ginocchio l'avversario non è stata una mossa azzeccata. Il 7 aprile in 30 locali torinesi si pasteggiava sotto le note di Bye Bye Berlusconi, il party cittadino dei miglioristi di sinistra. Il festino a luci rosse dei figli di papà politically correct, che sfoggiano dimore impeccabili in centro città, mestieri chic ereditati da generazioni influenti e che guardano storto il bieco sistema produttivo, padroncini avidi che non vogliono pagare le tasse e inquinano con i Suz anzichè inforcare biciclette anni '50. Peccato però non aver fatto i conti con con questi altri due milioni di abitanti del Piemonte 2. Cittadini di serie B, i cui problemi, pensieri e aspettative non compaiono mai nelle cronache dei giornali. Quel piccolo mondo antico che si tappa in casa e chiude le persiana durante le Notti Bianche, che preferisce i Vanzina e le sagre del peperone ai trompes l'oeil di Moretti e il sabato affolla agghindata di bigiotteria il teatro sboccato di Molina.
Torinocentrismo è la malattia che ha causato la debacle. Le teste pensanti fabbricate e omologate dalle Università della capitale piemontarde contro il pragmatismo spiccio delle borgate del Regno. La Bresso mette le mani avanti: "Non è colpa mia". No, certo, la responsabilità è di Gianburrasca che si è candidata - perdendo - nelle liste degli italici nel mondo. Sotto la Mole la sindrome da sbrodolamento si è sostituita alla cara vecchia autocritica. "La Tav è un'opera irrinunciabile, senza se e senza ma". Al posto di Bruno Manghi, il sociologo ex Cisl e teorico del "se tav", la dirigenza diessina ha preferito mettere in lizza Sircana, il portavoce a due ruote di Prodi. E la Valle di Susa ti castiga. Silvio mette il naso alla cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici 2006, e giù una salva di fischi maleducati. Sullo sfondo i vignaioli, i "panettieri-imprenditori", i cioccolatieri del cuneese e dell'astigiano. Cuntadini a bordo di Bmw che non vogliono pagare le tasse, ma che te la fanno pagare salata alle urne. Gli alfieri di Torino capitale del mondo, invitano a guardare oltre le Alpi e ad internazionalizzare sui binari dell'alta velocità. Bene, ma forse scambiare due chiacchiere con il Piemonte profondo non farebbe male. Silvio il magnifico e il suo manipolo di ambigui fedeli l'hanno fatto. Promesse di prebende, ma non solo. Il presidio del territorio è tutto della felice combricola che per 5 anni ha governato l'Italia. Una cattiva amministrazione che però fa meno paura dell'armata brancaleone snob dei radical choc della corte di Cavour.

sabato, aprile 08, 2006

Arcobaleno nero


E' la cronacaccia lugubre e fosca a tenere banco nella Torino post-olimpica e pre-elettorale. Il primo cadavere eccellente è stato rinvenuto giovedì sera alle 21,30 in via Roma. A terra, in una pozza di sprite ormai sgasata, giaceva senza vita il corpo del falso ottimismo a cinque cerchi. Attorno a lui solo il deserto e la quiete di una serata dalla palpebra calante sotto la Mole.
Notti bianche addio. Si torna al nero macchiato di grigio. Anche le quisquilie per il cambio di guardia a Palazzo Chigi sono state sepolte da un lungo sbadiglio. Un paio di giangi locali, Dj Ape, Boosta, Francobolla, Culicchia, Tex Rex, Johnson & Johnson, insomma gli animatori sinistrosi del divertimento cittadino, hanno provato a dare una boccata d'ossigeno al pueblo con il festino a ritmo tunz tunz "Bye bye Berlusconi". Niente da fare. Nessuna risposta, neppure una (meritata) pernacchia. Impazza il sangue molle a Torino e fanno notizia i piccoli demoni della città che dà da sniffare al vecchio Po. Dopo una lunga caccia è stato finalmente consegnato nelle mani della giustizia un 27enne torinese, barista di giorno e rapinatore seriale e stupratore di prostitute la notte. In manette anche le punte di diamante della malavita rumena. I carabinieri hanno sgominato la banda del caterpillar, 8 cittadini dell'Est che erano soliti farsi largo tra banche e centri commerciali con tosti bulldozer per assicurarsi un pingue bottino. Fuori gioco pure la banda del "ferro da stiro", gruppetto di extracomunitari che amava svaligiare villette a schiera e tatuare le famigliole in segno di sfregio. E la Madama ha inferto un altro duro colpo alla criminilità disorganizzata con una maxi-retata a San Salvario, il quartiere etno-choc del capoluogo.
I cani antidrogra (Lucio, Ferro, Pino e Anselmo) si sono scatenati in due stabili di via Berthollet, mentre gli uomini della mobile erano impegnati a setacciare ben 6 call center. A stretto giro oltre trecento persone sono state identificate e controllate. Solo 14 i clandestini, nessun precario. Tanto rumore per nulla.

mercoledì, aprile 05, 2006

011 motivi per piantare le tende sotto la Mole


I pendolari della gioia. Da Porta Susa a Milano Centrale in un battibaleno. Ogni mattina, a bordo di sfavillanti treni ad alta velocità, truppe di meneghini con l'occhio sveglio raggiungeranno i rispettivi posti di lavoro. Ore 18, tutti in fila al binario numero uno per il dolce ritorno all'ombra della Mole. Questo lo scenario proposto dagli auruspici sabaudi per la Torino 2008: un dormitorio di lusso per top e middle manager milanesi che mollano la Madonnina e il suo hinterland puzzolente per trasferirisi in massa nel capoluogo piemontese dove comprar casa costa ancora due patate e un gianduiotto. Al team di Torino in Mutande è stato commissionato, da parte di una importante società immobiliare, l'incarico di convincere le scaloppine grattuggiate a metter su casa lungo il Po. 011 motivi dipinti in bella copia su una brochure gigiona e accattivante che sarà distribuita sulla metro accompagnata da un fiasco di Barbera e una copia di Tuttosport


011 perché

1 Non c'è ancora uno sfidante per contendere a Chiampaghigo la poltrona di sindaco. Non è frutto del caso il disagio (apparente) nella Cdl torinese. Berlusconi perde le elezioni, si candida all'ultimo minuto per Palazzo Civico e vince a mani basse. Più fica per tutti. Meno coglioni in giro.
2 Lavoro a gogo. Torino è piena di allettanti opportunità nell'industria del call center. E tu caro Bauscia, mentre ti sbatti come un uovo a/r sulla linea To-Mi, hai la certezza che i tuoi figli avranno subito un impiego in città.
3 Torino è la città più verde d'Italia. Al Parco Valentino si banchetta a coca e marjuana e se vuoi ti affitti anche un trans in camporella
4 l'Inter ti dà noia? Cambia casacca, vesti latex granata e lo spirito sadomaso ti farà innamorare del Filadelfia
5 Se reputi il Blue Note troppo chic, beccati il Fanfaron
6 Per chi soffre di nostalgia, in cambio di Brera, c'è sempre spazio a Barriera Milano.
7 La metropolitana più innovativa d'Europa. Un bel giretto da Rosta a Porta Susa per chiudere la giornata del pendolare
8 Università efficienti e gloriose. Palazzo nuovo è la culla della futura classe dirigente
9 Evelina Christellin va a vivere a Milano
10 Lapo torna a casa
11 La Banda dei Quattro: Moggi, Giraudo, Capello e Bettega

martedì, aprile 04, 2006

Vecchie canaglie


Chiome grigie sulla collina del tramonto. Altro record per la Torino in ghirlande primaverili: a Ribordone, paesetto ridente senza molari della provincia, va il primato di comune più vecchio d'Italia. Lì il rapporto giovani-anziani è di quasi uno a uno, gli over 65 spopolano piazze e fontane. Un sintomo dell'imbrunire di un territorio.
Rispetto alla altre regioni europe, sostiene uno studio dell'Ires, il Piemonte è l'area con la più bassa percentuale di giovani. Dagli anni ottanta gli ultrasessantenni sono aumentati di 163 mila barbe, una quota pari al 20 % sul totale della popolazione . Uno su cinque in Piemunt è nonno. Anzi no. Visto il bassissimo tasso di natalità si suppone che pochi matusalemme siano accerchiati da nipotini e trottole festanti. Bel capitale su cui investire il cambio di rotta del mondo subalpino. Carte argento per sfrecciare gratis sui binari della Tav: verso la Francia o in direzione Milano.

lunedì, aprile 03, 2006

La strizzacervelli

W la Rai. Tra lo schiocchezzaio politico imperante, ingessato peraltro dalla par condicio lex e diluito solo dalla paralisi cerebrale dei candidati premier, ieri, in prima serata su TeleKabul è spuntato un alieno che ha strapazzato la trash Tv e si è beccato il 13.10% di share. Un risultato da 3 milioni di spettatori incollati davanti al tubo catodico. L'extraterreste si chiama "w la ricerca", il ciclo di documentari a firma di Riccardo Iacona, un segugio della smembrata banda Santoro, che prova a tastare il polso dei laboratori italiani e dei centri di eccellenza dove si costruisce un futuro alternativo per un Paese ormai ridotto a produrre - con enormi difficoltà - scarpe, mobili e maglioni. Il servizio clou accende i fari su Torino la Bella Addormentata e sulle ragnatele del Politecnico. Un brillante giovane ricercatore torinese, Daniele Farina, una ventina di pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali alle spalle, si vede strappare un progetto da un illustre sconosciuto collega che ha il solo merito di essere il cocco e l'allievo di un barbuto prof che presiede la commissione di valutazione. Stanco, depresso e con l'acqua che gli esce dalle orecchie, il Farina, fa armi e bagagli, prende i suoi brevetti e se ne va in Danimarca dove un centro di ricerca in biomedicina lo accoglie a braccia aperte e lo strapaga di onori, denari e biondone da urlo. Appena sbarcato nel dolce nord il Farina porta subito quattrini. Perché le sue scoperte, brevettate in Italia, sono davvero innovative. Grazie a un microchip di sua invenzione si arriva a trasmettere gli impulsi dal cervello a muscoli intorpiditi da semiparalisi ridonando il movimento. Un toccasana per Prodi e Berlusconi, come per la Mole in cerca di rilancio. Ennesimo caso di cervello in fuga. Di un cristiano che si è fatto le ossa nelle polverose aule italiche, a spese nostre e con il suo sudore, ma che poi schizza via dopo l'ultimo capitolo delle prese in giro. Ora Farina vive a due passi dalla Sirenetta, in un bel campus soleggiato (sì il sole non c'è solo a Napoli), frequentato da scienziati di tutto il mondo. Prima stava in un buio sgabuzzino del Politecnico a mangiarsi il fegato e a leggere sulle sbrodolate cronache cittadine come il volano olimpico farà decollare Torino, l'Italia. Sì, il mondo ci guarda. E ci copia.

sabato, aprile 01, 2006

Se Lapo si morde la coda

Riceviamo e con gusto pubblichiamo.

Caro Obolo,
quest'anno ti scrivo in anticipo per chiederti un grosso regalo. Ho esitato a lungo prima di prendere carta penna e calamaio e inviarti questa commossa richiesta. Ma .. patti chiari e amicizia lunga. Non si tratta di una supplica in ginocchio - mai mi permetterei - bensì del tentativo di vedere esaudito il desiderio mio e di milioni di bimbi che mi stanno tartassando di letterine lacrimevoli. Ebbene vengo al dunque: il comitato "Torna a casa Lapo" sta facendo acqua da tutte le parti. Malgrado le nutrite adesioni, il sogno di riportare il giovin rampollo al suo ovile torinese si è infranto contro il muro bigotto del feudo Agnelli. Perciò ti prego, in nome di tutti i soci, di riprendere il tuo nobile impegno per una causa sentita davvero da molti. In caso contrario prometto un'ondata di scioperi il prossimo 24/25 dicembre.

Tuo, Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
mi rallegra ricevere tue notizie. Era dai tempi del galeone dei Playmobil, più volte domandato su missiva timbrata poste italiane e mai giunto sotto il mio alberello, che non ti facevi più sentire. Chi non muore si rivede. Un po' come per il nostro adorato Lapo. Che però questa volta l'ha fatta grossa. Finire in copertina su un giornalaccio gossip accanto a Magda Gomez è stato uno sfregio imperdonabile per tutti noi sostenitori. Insomma, al limite, se proprio vuoi redimerti agli occhi senza lenti a contatto della società, passa un mese senza sniffare. Lascia nel cassetto la roba e corri giulivo sputando sangue per Central Park. Ma questo salto nel buio nel mondo sexy dei teledipendenti non ci è piaciuto. Molto meglio Patricia, fascino particolare senza ombra di dubbio, eppure più interessante di una velina. Tuttavia non ci diamo per vinti, caro Papà Natale, e raccogliamo con solerzia il tuo invito. Aprile e maggio saranno i mesi della battaglia: annunciamo qui manifestazioni, presidi e concerti. Chiederemo ancora a gran voce il ritorno del nostro amico. E vinceremo. Sì che vinceremo.


Tuissimo, Obolo

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