Provaci ancora Nanni
Il boccone amaro dei giandujotti, no. Quello proprio non lo mandava giù. Corna, gesti dell'ombrello e calci in culo, lui, li lascia alla plebe, ai meschini che si strangolano nella polvere. Il compagno Nanni torna in vespa sotto la Mole, con soddisfazione e onore riparato, corona in zucca e scettro tra i denti. Ai gregari piemontardi al guinzaglio, i fidi Barbera e asserrume vario, ha lasciato il compito di fare piazza pulita dei nemici criticoni e rompiscatole secessionisti. Dimissioni a raffica per colpire meglio nel buio. E far rotolare le teste matte. Come quella incanutita e testarda, di quello splendido esemplare di bestia torinese che è Gianni Rondolino, il cine-professore pluricentenario inventore del Cinema Giovani e delle cattedre quadrate. Fatto il deserto, che Moretti come i suoi cugini romani chiama pace, il principe dei proiezionisti può insegnarci a fare, vedere e mangiare cinema. "Il festival sarà quello degli anni passati- ha detto l'illustre regista - io ci aggiungerò qualcosa che però ancora non so". Un programma sintetico, ma innovativo, che motiva gli sforzi del duo Chiampaghigo/ Bresso per non lasciarsi scappare Mr Ecce Bombo. Sul compenso, tanto per cambiare, non c'è chiarezza. Tanto sono solo soldi pubblici. Tant pis pour nous.
Povero Nanni, omino da un solo borghesissimo cognome. Lui proprio non ci conosce. I suoi detrattori, Giulietta D'Agnolo Vallan & soci, non si limiteranno ad aspettare il suo cadavere lungo il fiume, ma butteranno dentro al Po piranha e squali primitivi pur di mordergli le caviglie e insaccarlo come un'anguilla tartufata.